MOSTRE A MILANO: A PALAZZO REALE APRE AL PUBBLICO LA MOSTRA “MUNCH. IL GRIDO INTERIORE”


PALAZZO REALE

APRE AL PUBBLICO LA MOSTRA 

“MUNCH. IL GRIDO INTERIORE”

Il grande artista norvegese torna a Milano dopo 40 anni con una grande retrospettiva

Da sabato 14 settembre, al 26 gennaio 2025 Palazzo Reale ospita “Munch. Il grido interiore”, un’ampia retrospettiva che celebra Edvard Munch (Norvegia, 1863 -1944) con un percorso di 100 opere eccezionalmente prestate dal Munch Museum di Oslo, che racconterà l’intero percorso umano e artistico dell'artista, esponendo opere tra le più note e iconiche della storia dell’arte.

A cura di Patricia G. Berman, una delle più grandi studiose di Munch, in collaborazione con Costantino D’Orazio per il supporto nella redazione dei testi di approfondimento, la mostra è promossa da Comune di Milano – Cultura con il patrocinio del Ministero della Cultura e della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma, ed è prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia in collaborazione con il Museo MUNCH di Oslo. 

Protagonista indiscusso nella storia dell’arte moderna e tra i principali artisti del XIX secolo, Munch è considerato un precursore dell'Espressionismo, oltre a essere un maestro nell'interpretare le angosce e le aspirazioni più profonde dell'animo umano. I suoi volti senza sguardo, i paesaggi stralunati, l’uso potente del colore, la necessità di comunicare i propri sentimenti e le proprie ansie sono riusciti a trasformare le sue opere in messaggi universali e Munch in uno degli artisti più iconici del Novecento. 

Questa mostra ruota attorno al "grido interiore" di Munch, al suo saper costruire, attraverso blocchi di colore uniformi e prospettive discordanti, lo scenario ideale per condividere le sue esperienze emotive e sensoriali: un processo creativo che sintetizza osservazione, memoria, emozione.

Il percorso racconta tutto l’universo dell’artista, il suo percorso umano e la sua produzione. Tra le opere in mostra figurano una delle versioni litografiche de "L’Urlo" (1895) custodite a Oslo, "La morte di Marat" (1907), "Notte stellata" (1922–1924), "Le ragazze sul ponte" (1927), "Malinconia" (1900–1901) e "Danza sulla spiaggia" (1904).

Ad arricchire la mostra milanese, è previsto un ricco palinsesto di eventi che coinvolgerà diverse realtà culturali della città e che andrà ad approfondire la figura dell’artista e ad espandere i temi delle sue opere.





L’ARTISTA

Munch è uno degli artisti che ha saputo meglio interpretare sentimenti, passioni e inquietudini della sua anima, comunicandoli in maniera potente e diretta.
Plasmato inizialmente dal naturalista norvegese Christian Krohg, che ne incoraggiò la carriera pittorica, negli anni Ottanta del Novecento si recò a Parigi dove assorbì le influenze impressioniste e postimpressioniste che gli suggerirono un uso del colore più intimo, drammatico ma soprattutto un approccio psicologico.

A Berlino contribuì alla formazione della Sece ssione Berlinese e nel 1892 si tenne la sua prima personale in Germania, che fu reputata scandalosa: da quel momento in poi Munch viene percepito come l’artista eversivo e maledetto, alienato dalla società, un'identità in parte promossa dai suoi amici letterati. A metà degli anni Novanta del XIX secolo si dedicò alla produzione di stampe e, grazie alla sua
sperimentazione, divenne uno degli artisti più influenti in questo campo.

La sua produttività e il ritmo serrato delle esposizioni lo porteranno a ricoverarsi volontariamente nei sanatori a partire dalla fine degli anni Novanta del XIX secolo.
Relazioni amorose dolorose, un traumatico incidente e l'alcolismo - vivendo la vita “sull'orlo di un precipizio” - lo portarono a un crollo psicologico per il quale cercò di recuperare in una clinica privata tra il 1908 e il 1909.

Dopo aver vissuto gran parte della sua vita all'estero, l'artista quarantacinquenne tornò in Norvegia, stabilendosi al mare, dipingendo paesaggi e dove iniziò a lavorare ai giganteschi dipinti murali che oggi decorano la Sala dei Festival dell'Università di Oslo. Queste tele, le più grandi dell'Espressionismo in Europa, riflettono il suo sempre vivo interesse per le forze invisibili e la natura dell'universo.
Nel 1914 acquistò una proprietà a Ekely, Oslo, dove, da celebre artista internazionale, continuò il suo lavoro sperimentale fino alla morte, avvenuta nel 1944, appena un mese dopo il suo ottantesimo compleanno.





LA MOSTRA

Nel corso della sua lunga vita Edvard Munch realizzò migliaia di stampe e dipinti. Essendo tanto un uomo d’immagini quanto di parole, riempì fogli su fogli di annotazioni, aneddoti, lettere e persino una sceneggiatura per il teatro. L’esigenza di comunicare le proprie percezioni, il proprio ‘grido interiore, lo accompagnò per tutta la vita, e proprio questa attitudine è stato il motore della sua pratica come artista, che ha toccato tanto temi universali - come la nascita, la morte, l’amore e il mistero della vita – quanto i disagi psichici necessariamente connessi all’esistenza
umana - le instabilità dell’amore erotico, il disagio prodotto dalle malattie fisiche e mentali e il vuoto lasciato dalla morte.

Questa mostra ruota attorno al ‘grido interiore’ di Munch, al suo saper costruire, attraverso blocchi di colore uniformi e prospettive discordanti, lo scenario per condividere le sue esperienze emotive e sensoriali: un processo creativo che sintetizza ciò che l’artista ha osservato, quello che ricorda e quanto ha caricato di emozioni.Altre opere, invece, cercano di immortalare le forze invisibili che animano e tengono insieme l’universo.

L’inizio della sua carriera coincide infatti con cambiamenti radicali nello studio della percezione: alla fine dell’Ottocento è in corso un dibattito tra scienziati, psicologi, filosofi e artisti sulla relazione tra quello che l’occhio vede direttamente e come i contenuti della mente influiscono sulla nostra vista. Il suo interesse per le forze invisibili che danno forma all’esperienza, condizionerà le opere che lo rendono uno degli artisti più significativi della sua epoca. Precursore dell’Espressionismo e persino del Futurismo del XX secolo nella sua esplorazione delle forze impercettibili, oggi continua a “parlare” alle visioni interiori e alle preoccupazioni anche di noi, uomini e donne dell’età moderna. Nelle sue creazioni Munch punta a
rendere visibile l’invisibile.

Tutte le informazioni su palazzorealemilano.it

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