ARTE: PALAZZO REALE APRE AL PUBBLICO LA MOSTRA "VALERIO ADAMI. PITTORE DI IDEE"




"VALERIO ADAMI. PITTORE DI IDEE"

17 luglio - 22 settembre 2024

Palazzo Reale, Milano


Palazzo Reale, da domani, dal 17 luglio al 22 settembre, ospita l’antologica di Valerio Adami, uno dei maggiori artisti italiani del Dopoguerra, nel suo sessantacinquesimo anniversario di carriera e ricerca.

La mostra è promossa da Comune di Milano - Cultura e prodotta da Palazzo Reale con l'Archivio Valerio Adami, con il patrocinio dell'Istituto Italiano di Cultura di Parigi. Curata da Marco Meneguzzo, con il coordinamento generale di Valeria Cantoni Mamiani, presidente dell'Archivio Valerio Adami, la rassegna presenta oltre settanta grandi quadri e circa cinquanta disegni, dal 1957 al 2023, tra i più significativi dell'opera del Maestro.

Pittore stimato in tutto il mondo, Valerio Adami incarna perfettamente l'idea dell'artista internazionale e aperto a tutte le suggestioni derivate da altri linguaggi, come la letteratura, la filosofia, la musica. Dopo la formazione milanese, a Brera, con Achille Funi, ha sempre frequentato un ambiente internazionale, trovando all’estero molti luoghi d’elezione e ispirazione.

La pittura di Adami, che fin dagli inizi si presenta spesso su grandi formati, già dalla metà degli anni Sessanta è inconfondibile grazie all'incontro tra quei segni distintivi della pop art - quali la linea nera, i colori accesi e piatti, i tratti decisi e i soggetti urbani -, e il riferimento costante alla tradizione e al classicismo - che narra miti e leggende in una costante figurazione che recupera il corpo umano, seppur scomposto - in un'epoca in cui prevalevano l'Astrattismo, l'Arte Povera e il Concettuale. Un ulteriore tratto distintivo della sua opera è la vocazione letteraria: è infatti ricca di citazioni visive, ma anche legate alla parola. Dietro a immagini di immediata leggibilità è sottintesa una narrazione più profonda: le opere di Adami si popolano di metafore visive sofisticate e racchiudono concetti filosofici, letterari e mitologici, rappresentando l'evoluzione del pensiero occidentale. Un “pittore di Idee”, dunque, come recita il sottotitolo dell’esposizione, che mostra nelle opere come si possa essere al contempo artisti e intellettuali.

La mostra ripercorre la produzione del Maestro configurandosi come un’antologica scandita con andamento cronologico, salvo alcune significative varianti. Nelle prime due sale sono esposti i lavori dagli esordi alla fine degli anni Sessanta. La terza sala presenta le opere degli anni Settanta (con aperture verso gli Ottanta), mentre la quarta diventa una sala tipologica, destinata ai ritratti che l’artista ha condotto nei decenni sui “padri nobili”, che ha scelto come esempi di vita e di arte. Le sale successive sono dedicate soprattutto agli ultimi quattro decenni, per testimoniare la fecondità del lavoro di Adami e per continuare idealmente la mostra realizzata nel1986 al Centre Pompidou di Parigi e poi trasferita integralmente lo stesso anno nelle sale di Palazzo Reale a Milano. Arricchisce la mostra uno stretto passaggio tra le sale “tappezzato” dai recentissimi ritratti ideali che l’artista ha compulsivamente realizzato negli ultimi mesi e che costituiscono una specie di “contraltare” espressionista alla sua misurata e calcolata pittura.

La mostra è anche l’occasione per far conoscere il lavoro dell’Archivio Valerio Adami, nato nel 2021 in seno alla famiglia, che persegue gli scopi di valorizzare, conservare, promuovere e tutelare l’opera di Valerio Adami, facendo ricerca su tutto ciò che riguarda il lavoro e la vita del Maestro, anche attraverso il nuovo sito web www.archiviovalerioadami.it. 

In mostra anche il documentario “Valerio Adami, il pittore di poesie” prodotto da Artery Film, per la regia di Matteo Mavero, con la partecipazione dello stesso Valerio Adami e di amici filosofi e artisti. Focalizzandosi sulla parte più introspettiva dell’artista, il docufilm illustra il lavoro e la vita di Adami che si intrecciano con le vicende di alcuni tra gli intellettuali più influenti del ‘900. 

La rassegna è accompagnata da un catalogo edito da Skira Arte in edizione bilingue italiano e inglese. 

Valerio Adami. Pittore di Idee è realizzata anche grazie a Fondazione Marconi e alla collaborazione di Galerie Templon e Dep Art Gallery.


Marco Meneguzzo

Curatore della mostra 

Nessun dubbio che Valerio Adami sia un intellettuale. Proposizione semplice: basta guardare quanto ha scritto, come gli piace scrivere, quanto si è circondato di una cerchia di amici che per molti anni sono stati l’essenza dell’intellettualità europea, quanto ha promosso incontri interdisciplinari e interlinguistici che miravano a una sorta di “repubblica dei migliori” o, almeno al riconoscimento di una “tribù degli eguali”, dispersa in tutto il mondo.

Da sempre, per Adami, il soggetto dell’opera è l’elemento fondativo dell’opera. Almeno dai primi anni Settanta, il soggetto si fa racconto: un racconto che riguarda essenzialmente altri, e questi altri siamo tutti noi, tutti noi che abbiamo popolato l’Occidente dai tempi della Rivoluzione Francese, e che ci ritroviamo nella cultura mitteleuropea. Adami ci racconta l’Occidente che sta vivendo lui e che dovremmo vivere anche noi, visto l’apparato mitografico che mette in scena. È quel repertorio allegorico e simbolico che costituisce ancora il nostro patrimonio comune, la sua e la nostra identità. Nelle sue opere, Adami ci fornisce una serie di indizi e sovrappone memorie su memorie di tempi diversi per attualizzare quel mito, e far vedere che è ancora tra noi, o per esaltare un filosofo, uno scrittore, che sono tra i fondamenti della nostra cultura. Il racconto diventa persino volutamente didascalico, senza che l’artista se ne preoccupi, perché ora la “didascalia” è altrettanto fondamentale: se ne L’incantesimo del lago, del 1983, una delle sue opere più significative, si ritorna con la citazione cólta ai racconti della Tavola Rotonda, e nell’immagine si trascolora tra Neoclassicismo e Simbolismo, in Enea fugge da Troia con il padre Anchise sulle spalle del 2009, l’Eroe troiano ha le sembianze di un’erma (magari c’è un po’ di De Chirico), il padre è più realistico, quasi un ritratto di Pessoa, il Monte Ida, così come i protagonisti, sono identificati da una scritta, e dove fuggono?... a Hollywood!, dove il mito nonostante tutto si rinnova.


Tutte le informazioni sul sito www.palazzorealemilano.it

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