DOCUMENTARI: IN SALA MONTANARI "INFINITO CONGO" DI ANGELO TURCONI A CURA DELL'ASSOCIAZIONE LE VIE DEI VENTI
“Infinito Congo” di Angelo Turconi
A cura dell' Associazione Le Vie dei Venti
Sabato 25 novembre ore 21 Sala Montanari a Varese
Primo incontro della stagione 2023 2024 che ci porterà a compiere ben trent'anni dalla fondazione dell’associazione Le Vie dei Venti nel lontano 1994, un incontro molto particolare che vuole ricordare un fotografo e viaggiatore che pur avendo vissuto per anni nella nostra Provincia, è celebre in Congo, Belgio e Francia dove i suoi scatti migliori sono stati esposti in mostre e gallerie, inseriti in 7 volumi fotografici.
SABATO 25 NOVEMBRE alle ore 21 presso la Sala Montanari a Varese, riprende l’attività dell’associazione Le Vie dei Venti di Varese con un fotografo, Angelo Turconi, appassionato e curioso, che da cinquant’anni continua ancora a documentare la vita quotidiana dei congolesi, con un'attenzione particolare al loro patrimonio culturale e alle tradizioni artigianali e artistiche.
Con la proiezione di immagini e racconti, Angelo Turconi ci trasmetterà l’amore per un Paese, il Congo, che ha cambiato il destino della sua vita. “Infinito Congo” ci proporrà un Paese grande 8 volte l’Italia abitato da oltre 400 popoli, che coabitano pacificamente, che meritano di essere conosciuti per l’unità nella diversità.
Il ritrovamento in Svizzera nei primi anni Sessanta di una vecchia camionetta militare tedesca ristrutturata con un suo amico rappresenta per Angelo la prima occasione per una serie di primi viaggi nel Nord Africa, nell’area del Mediterraneo e poi in Iran, India e Afghanistan.
Viaggi che attirano sempre più l’attenzione di sponsor e giornali, in un’epoca in cui in Italia era raro trovare supporti per viaggi. Il 26 dicembre del 1967, Angelo Turconi con due suoi amici, appare sui giornali in piazza del Duomo di Milano a bordo di una Land-Rover pronta per il suo grande viaggio: una lunga attraversata di tutto il Continente africano organizzato sotto l’egida del Centro Internazionale di Cooperazione di Ginevra e con la Royal Geographical Society di Londra fra i tanti supporti.
“Da quando mi sono messo con i miei due amici a girare il mondo sono stato preso da una smania di andare, conoscere gente di ogni tipo, fare amicizie, parlare, discutere, litigare magari con giovani diversi da noi e conoscere, conoscere, conoscere sempre...”
“Il 10 dicembre del 1968 arrivo in Congo al posto frontiera di Zongo di fronte a Bangui, (Repubblica Centro Africana) sul fiume Oubangi. Il periplo dell’Africa si interrompe a Kinshasa e inizio « il periplo della Repubblica democratica del Congo » che è ancora attuale...”
Coglie il Congo in scene di vita quotidiana; nelle difficoltà dei trasporti, in assenza di strade; nelle cerimonie tradizionali, nell'artigianato, nell'agricoltura o nell'estrazione mineraria.
Alcune delle sue foto un giorno avranno valore storico. Le sue fotografie catturano la potenza delle cerimonie ancestrali e la gioia delle celebrazioni popolari, presiedute dai capi tradizionali che occupano ancora una posizione di prestigio. Rivelano la struttura sociale di questa comunità dell'Africa centrale osservando il lavoro di artigiani, agricoltori, trasportatori di merci (in sella alle loro imponenti biciclette da carico) e commercianti di mercato.
“Mi definisco come un trasmettitore di immagini che portano una verità. Le mie foto celebrano un passato recente, delle immagini di un mondo destinato a sparire e diventare un luogo di memoria, di un mondo impregnato di candore e di semplicità, della vita consuetudinaria, naturale. All’interno lo straniero è sempre ben accetto e visto con curiosità. La vita nei villaggi si presenta in tutta la sua semplicità ed è quella impressa dalla natura. Le stagioni, il ciclo delle culture, la fauna, la flora dettano il modo di vivere. I rumori del mondo cittadino sono inaudibili, incomprensibili. I congolesi dell’interno sono padroni del proprio destino. Le mie foto sono delle istantanee sospese, testimone di un mondo destinato a scomparire”.
I suoi scatti migliori sono stati esposti in mostre e gallerie, inseriti in 7 volumi fotografici che lo hanno reso celebre in Congo, Belgio e Francia.
𝗔𝗻𝗴𝗲𝗹𝗼 𝗧𝘂𝗿𝗰𝗼𝗻𝗶, un fotografo appassionato e curioso, da cinquant’anni continua ancora a documentare la vita quotidiana dei congolesi, con un'attenzione particolare al loro patrimonio culturale e alle tradizioni artigianali e artistiche. Coglie il Congo in scene di vita quotidiana; nelle difficoltà dei trasporti, in assenza di strade; nelle cerimonie tradizionali, nell'artigianato, nell'agricoltura o nell'estrazione mineraria. Alcune delle sue foto un giorno avranno valore storico. Le sue fotografie catturano la potenza delle cerimonie ancestrali e la gioia delle celebrazioni popolari, presiedute dai capi tradizionali che occupano ancora una posizione di prestigio. Rivelano la struttura sociale di questa comunità dell'Africa centrale osservando il lavoro di artigiani, agricoltori, trasportatori di merci (in sella alle loro imponenti biciclette da carico) e commercianti di mercato.
“Mi definisco come un trasmettitore di immagini che portano una verità. Le mie foto celebrano un passato recente, delle immagini di un mondo destinato a sparire e diventare un luogo di memoria, di un mondo impregnato di candore e di semplicità, della vita consuetudinaria, naturale. All’interno lo straniero è sempre ben accetto e visto con curiosità. La vita nei villaggi si presenta in tutta la sua semplicità ed è quella impressa dalla natura. Le stagioni, il ciclo delle culture, la fauna, la flora dettano il modo di vivere. I rumori del mondo cittadino sono inaudibili, incomprensibili. I congolesi dell’interno sono padroni del proprio destino. Le mie foto sono delle istantanee sospese, testimone di un mondo destinato a scomparire”.
Articoli su vari giornali italiani degli anni sessanta lo ricordano per le sue prima imprese di viaggio.
INGRESSO LIBERO
Il tuo stile di scrittura affascina. Grato per la gioia che trovo nei tuoi post.
RispondiEliminaLoved readding this thank you
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