TEATRO CABARET : A VARESE NON C’E’ MAI PACE TRA GLI ULIVI CON ANTONIO ORNANO


ANTONIO ORNANO 
"NON C’E’ MAI PACE TRA GLI ULIVI"

TEATRO OPEN JOB METIS VARESE
VENERDÌ 28 FEBBRAIO 2020 ORE 21:00

ITC2000 presenta:
ANTONIO ORNANO in
NON C’E’ MAI PACE TRA GLI ULIVI 

Di Antonio Ornano, Carlo Turati, Simone Repetto, Matteo Monforte
Regia Davide Balbi

Non c’è mai pace tra gli ulivi è un monologo da stand up comedian sui piccoli e grandi meccanismi della nostra vita.
Perché non si ha mai un momento di tranquillità? La risposta più plausibile è che abbiamo tutti, chi più o chi meno, una percezione sfalsata della realtà che ci circonda.
Il grande paradosso è che viviamo in un’epoca che ci offre milioni di opportunità di conoscenza eppure siamo schiavi di un algoritmo che sulla base delle pagine che abbiamo visitato ci propone i contenuti che ci potrebbero interessare. La tendenza è di essere sempre più rinchiusi nelle nostre convinzioni e quando queste sono basate su ignoranza e pregiudizi scatta il corto circuito.
Siamo tutti concentrati sul nostro ombelico eppure è sempre più difficile inquadrare noi stessi, il nostro aspetto estetico, la nostra emotività, la sottile differenza tra quello che siamo e quello che vorremmo essere.
Se è così complesso trovare e accettare la verità proviamo almeno a riscoprire il valore catartico della nostra sincerità. Non c’è nulla di più divertente della nostra ipocrisia, e così Antonio Ornano prova a squarciarla raccontandoci tutte le sue schizofrenie, da quelle a bordo campo durante una partita di calcio di suo figlio a quelle alle prese con il ricordo salvifico di una ballerina conosciuta a vent’anni.
Ci parla di quanto sia faticoso lasciarsi sopraffare dalle nostre passioni e di quanto sia difficile far digerire la musica rock al sua moglie, la ormai mitica Crostatina.
Scherza sulle difficoltà a rapportarsi con il razzismo e il bullismo, come comico e, soprattutto, come padre di un bimbo biologico biondo platino e di una bimba di colore adottata in Etiopia.
C’è molto della vita di Antonio Ornano in questo spettacolo, ma c’è molto anche della società in cui viviamo e di noi stessi.
Per provare a capirsi mentre ci si capotta dalle risate tutti insieme.

INTERVISTA ANTONIO ORNANO
BY TEATRO DI VARESE
http://teatrodivarese.altervista.org/

In occasione dello spettacolo “Non c’è mai pace tra gli ulivi” in programma venerdì 28 febbraio alle 21 al Teatro Openjobmetis di Varese, vi riproponiamo volentieri la nostra intervista di tre anni fa ad Antonio Ornano per “Varese in Scena”.

Da Bergamo arriveranno in 6 appositamente per lui, e sulla sua pagina Facebook alcuni dei suoi “seguaci” ha già risposto all'appello con un fiero “io e la mia Crostatina ci saremo!”: con il suo monologo “Crostatina stand up”, titolo che strizza l'occhio alla stand up comedy e insieme omaggia la principale fonte d'ispirazione dei suoi sketch, ovvero la sua dolce metà, Antonio Ornano è pronto a conquistare Busto Arsizio, dove sabato 21 gennaio lo attende un Teatro Sociale Delia Cajelli tutto esaurito. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente a Genova proprio durante le prove dello spettacolo per fare due chiacchiere, e ci ha strappato subito una risata perché ci confida di avere mal di schiena e dà la colpa alla vecchiaia.

Il popolo di Ornano è già in fermento, l'attesa a Busto Arsizio è grande, praticamente sarà un grande raduno di Crostatine e Crostatini: cosa vedranno sul palco i suoi fans?

Tutto questo entusiasmo è stupendo mi fa molto piacere: il mio è uno spettacolo da stand up comedian, ovvero un modo elegante di dire che è un monologo dove non si utilizzano elementi scenografici, dove mi metto un po' a nudo. Racconto storie di vita quotidiana, che riflettono anche la fragilità dell'uomo che cerca di barcamenarsi tra le varie responsabilità e gli impegni di tutti i giorni, confrontandosi nel ruolo di marito, piuttosto che di padre o di figlio. Quando a 18 anni mi immaginavo la mia vita a 40 pensavo che una persona a quell'età fosse già indirizzata su dei binari ben precisi, non mi aspettavo si potessero avere tante fragilità e tante contraddizioni: su quelle si ride tutti insieme interagendo anche con il pubblico, il teatro da questo punto di vista offre delle tempistiche molto più confortevoli della televisione ed è molto più coinvolgente.

Il suo personaggio del Professore, dal linguaggio ricercato che però ogni tanto si lascia andare, l'ha resa celebre sul palco di Zelig: com'è nato questo Piero Angela della comicità?

È un personaggio che deriva da una maschera che avevamo creato ai tempi del laboratorio di Zelig, quella appunto di un etologo che ce l'ha un po' con chi considera animali solo quelli domestici, che magari hanno perso le loro caratteristiche primarie stando a contatto con l'uomo, e si dimentica che in Natura esistono molti altri animali interessantissimi e magari anche più intelligenti. Per sviluppare questo personaggio fondamentalmente ho imitato il mio carissimo amico Francesco Tommasinelli, un vero biologo naturalista con il quale faccio anche uno spettacolo-conferenza, sfruttando il forte contrasto comico creato anche dal linguaggio forbito e ricercato, salvo poi cadere nelle imprecazioni quando il mio Professore si irrita. Personalmente amo molto la ricerca della parola, dell'avverbio, mi piace particolarmente usare parole anche un po' desuete ma che possono risultare interessanti: alla fine è questo che facciamo noi comici, giochiamo con le parole. Il personaggio si è un po' evoluto negli anni, adesso è più un antropologo e studia il comportamento di quello che fondamentalmente è sempre un animale, ovvero l'uomo, trattando le dinamiche di coppia piuttosto che con i figli o al lavoro.

Grattiamo un po' la superficie e andiamo a fondo: dietro la maschera del Professore, chi è Antonio Ornano nella realtà?

Innanzitutto Antonio Ornano è una persona normalissima! (ride). Sono di La Spezia ma vivo a Genova da trent'anni, sono laureato in giurisprudenza e ho fatto per 15 anni un lavoro da ufficio a Genova in Confcommercio, poi due anni fa ho deciso di lasciare il posto fisso a favore della comicità, ma ho voluto comunque mantenere un doppio binario, faccio ancora corsi di formazione e di comunicazione. Sono sposato e ho due figli, e mia moglie non è così cattiva come la dipingo sul palco, anzi la mia Crostatina è l'eroina di tutte le donne che vengono a vedere i miei spettacoli, tutti la vogliono conoscere.
Ci racconti un po' come è nato il suo rapporto con il teatro: dalla sua biografia si legge che il primo spettacolo teatrale a cui ha assistito è stato “Il malato immaginario” a 14 anni, mica male per un ragazzino...
Sì ho visto il mio primo spettacolo “da grandi” proprio qui al Politeama Genovese dove mi trovo in questo momento, ho iniziato a fare teatro all'università e ho continuato dopo essermi laureato. Quando ho iniziato in realtà non è stato perché ero convinto di avere il Sacro Fuoco dentro di me, l'ho fatto più che altro per capire le dinamiche dietro una messa in scena, come funzionava la recitazione: poi però ho scoperto che salire sul palco è un gioco meraviglioso e anche terapeutico, aiuta a vincere molte timidezze e tante fragilità.
Nel lontanto 2002 ero stato allo Zelig di Viale Monza e per me era un sogno: un giorno un amico mi disse che facevano i provini per il laboratorio Zelig di Genova, e io mi presentai con un monologo dei fratelli Coen. Il provino andò bene, e tra gli autori che curavano il laboratorio c'era Carlo Turati, che è il mio autore tutt'oggi.

BIGLIETTI:

INTERI:     Platea 1 € 32,00 | Platea € 30,00 | 1° Galleria € 26,00 | 2° Galleria € 22,00
6 LIBERO: Platea 1 € 28,00 | Platea € 26,00 | 1° Galleria € 22,00 | 2° Galleria € 18,00
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