TURISMO: A VILLA CARLOTTA TRA LA COLLEZIONE DI ORTENSIE E DUE CURIOSE MOSTRE
AGOSTO E FERRAGOSTO A VILLA CARLOTTA
TRA LA COLLEZIONE DI ORTENSIE E DUE CURIOSE MOSTRE
Ad agosto nel parco botanico di Villa Carlotta (Tremezzina, Lago di Como) la fioritura che più di tutte le altre cattura l’attenzione dei visitatori è quella delle Ortensie, una fusione tra varietà antiche e varietà nuove e ancora poco note (60 cultivar).
Dopo la visita alla collezione di ortensie nel Giardino Botanico si potranno vistare nella Villa due particolari e curiose mostre.
Un’idea piacevole anche per una gita il giorno di Ferragosto.
Le ortensie di Villa Carlotta hanno una lunga storia: diverse specie erano infatti presenti già nel secolo scorso come ad esempio le Hydrangeae paniculata, le Hydrangeae petiolaris, le Hydrangeae quercifolia e le Hydrangeae sargentiana. Oggi i visitatori appassionati possono ammirarne una collezione molto più consistente e pregevole (circa 60 cultivar).
Per realizzare un intervento che avesse un significato dal punto di vista filologico e che fosse pertinente al contesto, perché legato alla storia del giardino, è stato coinvolto un noto vivaista specializzato nella produzione di Hydrangeae, Roberto Borgioli, a cui è stato chiesto di redigere un progetto per l’implementazione della collezione. Sono così state inserite varietà antiche che molto facilmente erano già in commercio nel periodo di costruzione della Villa e di allestimento del giardino come le Hydrangeae macrophylla, che si possono ammirare nel giardino vecchio, sul lato a monte del primo vialetto. Nella parte orientale di questo gruppo di piante si trovano anche due esemplari di Hydrangea arborescens, che tollerano bene il sole e sono quindi state collocate in posizione molto esposta.
Sempre nel giardino vecchio, nel vialetto più in basso a pochi metri dal lago, un allestimento di esemplari di Hydrangea paniculata affiancati e vicini tra loro, tutti con fiori bianchi, sono disposti in modo da formare un’onda: i progettisti hanno voluto così connettere il parco all’acqua del Lario. Tra queste Hydrangea paniculata ‘Early sensation’, con infiorescenze leggermente appiattite che dapprima sono di colore bianco puro ma successivamente si tingono di rosa chiaro e, all’arrivo dell'autunno, mostrano tinte di un intenso rosa antico/rosso e particolarmente apprezzata per la colorazione che le foglie assumono a fine stagione, nei toni del giallo-arancio e porpora.
Risalendo verso il ponticello che connette il giardino vecchio con il parco si trovano invece varietà di colori diversi come l’Hydrangea serrata ‘Beni gakyu’, di origine giapponese, documentata fin dai secoli tra il ‘600 e l’800 su dipinti e stampe di seta e che viene utilizzata come arbusto decorativo per l’allestimento della sala dove si tiene la cerimonia del tè.
Il bosco vecchio dei rododendri arborei ospita invece un campionario di Hydrangea serrata con varietà ancora poco note, a sottolineare il compito che Villa Carlotta si è data di divulgare la cultura del verde proponendo anche le novità meno conosciute che il mondo del florovivaismo specializzato è in grado di offrire.
Infine, nella zona della grande palma del Cile sono state utilizzate a profusione Hydrangea paniculata ‘Bombshell’, di dimensioni contenute e dalla fioritura prolungata, e Hydrangea macrophylla ‘Renate Steiniger’, dai sorprendenti colori autunnali, che vanno dal blu verde al rosa antico.
E dopo la passeggiata tra la collezione di ortensie, il museo di Villa Carlotta accoglie i visitatori con una doppia mostra.
Nelle sale sono infatti allestite fino al 3 novembre le mostre “Splendori del Settecento sul Lago di Como: Villa Carlotta e i marchesi Clerici”, un viaggio alla scoperta della storia di Villa Carlotta attraverso l’arte e il gusto e della committenza artistica dei Clerici, una delle famiglie più facoltose e politicamente più importanti in Lombardia tra Sei e Settecento, e la mostra “Telai e trame d'autore. Da Leonardo a Maria Lai” dedicata alla tradizione tessile, che ha sempre contraddistinto il territorio lariano, e a Leonardo Da Vinci, in un percorso che si snoda tra antico e contemporaneo, tra concreto e concettuale.
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