CULTURA: A VARESE PROSPETTIVE CULTURALI "MUSEI CIVICI VARESINI IERI, OGGI E DOMANI"
VITA, COLLEZIONI E GEMME DEI MUSEI CIVICI VARESINI
IERI…OGGI…E DOMANI?
Presso «Salone superiore» della «Pasticceria Zamberletti», Corso Matteotti 20
Con Bruno Belli Presidente di «Prospettive culturali per Varese»
Una breve traccia della storia delle collezioni varesine partendo dal 1871, quando fu aperto il «Museo patrio», fino alla completa formazione dei «Musei Civici» (1965), per arrivare ai giorni nostri è utile sia per conoscere il patrimonio pubblico che fa capo ad essi, sia per comprenderne gli aspetti peculiari e l’importanza di determinati gioielli contenuti, non sempre, però, esposti al pubblico. Si tratta di un patrimonio che, almeno negli ultimi 25 / 30 anni, non è stato valorizzato a dovere, così come nulla di veramente efficace si sta facendo da parte dell’attuale amministrazione, né si ritiene che quanto annunciato dalla stessa nell’ambito del settore culturale apporti alcun beneficio concreto ai Musei alle collezioni ed anche alla città.
La conversazione di Bruno Belli si pone l’obiettivo non solo di cercare di far meglio conoscere anche agli stessi Varesini quale sia il patrimonio in loro possesso, ma anche di prospettare i possibili metodi utili a rendere meglio noti luoghi e collezioni tanto in città, quanto al di fuori di essa, tra i quali un maggiore coinvolgimento della popolazione interessata – secondo alcune formule sperimentate con successo anche negli Stati Uniti e proposte “alternative” alla museografia classica o corrente – sarebbe uno dei quattro punti fondamentali che Belli ha da qualche tempo individuato.
Ma, soprattutto, è la conoscenza della formazione storica almeno dei musei principali «Villa Mirabello» (con “appendice” relativa all’Isolino Virginia) e «Castello di Masnago», nonché la peculiarità di «Sala Veratti» e della possibilità di ricollocare diversamente alcune collezioni che rimane un punto imprescindibile per chiunque voglia seriamente accrescere la funzione e l’uso degli stessi per gli anni futuri, in una città della quale non si è ancora chiaramente tracciato il ruolo e le caratteristiche che le si vorranno fare avere per non renderla una semplice «città dormitorio».
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