VIOLENZA SULLE DONNE: A SOMMA LOMBARDO TEATRO E ARTE PER DIRE NO
Giornata MONDIALE contro la VIOLENZA sulle DONNE
Ingresso libero
Domenica 25 ore 11 piazza Vittorio Veneto e a seguire presso la galleria Oriana Fallaci in via Briante Presentazione dell’installazione artistica “Farfalle libere” di Annalisa Mitrano (a cura di Tiziana Pella) con la partecipazione dell'Artista e della musicista fisarmonicista Giulia Bertasi.
Ingresso libero
L’amministrazione della città di Somma Lombardo invita la cittadinanza a partecipare ai due momenti di sensibilizzazione promossi in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne.
L’Assessore alla Cultura Raffaella Norcini sottolinea il ruolo chiave delle arti espressive e figurative nel sensibilizzare l’opinione pubblica sul drammatico tema della violenza contro le donne. “L’augurio è che l’arte contemporanea e il linguaggio teatrale siano di aiuto e sostegno nel sollecitare importanti interrogativi sulla questione della violenza contro le donne. L’arte e i suoi linguaggi possono e devono aiutarci a riflettere e a creare una coscienza collettiva sempre più vigile, su un problema così diffuso e sommerso anche nella nostra società.”
Primo appuntamento (dal festival del libro del Sistema Bibliotecario Busto Arsizio Valle Olona)
23 novembre ore 19.30, presso la sala polivalente della Biblioteca Aliverti, presentazione del libro Mademoiselle Camille Claudel et Moi di Chiara Pasetti.
A seguire, dopo un frugale rinfresco offerto dall’Amministrazione, alle ore 21 Spettacolo teatrale Moi regia di Alberto Giusta con Lisa Galantini Realizzato dall’Associazione culturale “Le Rêve et la vie” in collaborazione con la Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse di Genova.
Lo spettacolo, liberamente tratto dalla Corrispondenza di Camille Claudel, narra le vicende dell’artista.
Scrive Chiara Pasetti: “Conoscevo Camille Claudel soltanto, e ora di questo me ne vergogno, per essere stata l’allieva, la modella, la “musa” e la grande passione dello scultore Auguste Rodin. Quando, nel 2013, ho visto le sue sculture in una mostra realizzata nell’ospedale psichiatrico di Montfavet, vicino ad Avignone, dove fu internata trent’anni e dove terminò i suoi giorni nel 1943, ho capito davvero chi è stata Camille Claudel:un’artista di grandissimo talento, che ha vissuto esclusivamente per la sua arte. Mi sono accostata alle sue opere con ammirazione e passione, e alla sua vita (e alla sua morte) con un misto di rispetto e di rabbia per ciò che ha subito. Ho deciso così di raccontare la sua storia; grazie alla regia intelligente, acuta e sensibile di Alberto Giusta e all’interpretazione caleidoscopica di Lisa Galantini ho cercato di ridare voce a questa complessa, emozionante, straordinaria figura di donna.”
Alla sua riflessione fa eco quella del regista dello spettacolo:
“Considero un privilegio oggi incontrare un personaggio come Camille Claudel. Non la conoscevo. Come ho fatto a essere così cieco e sordo! Una donna unica nella sua arte e nella sua umanità. Di lei ci si innamora quasi immediatamente. Sono sicuro che aveva delle mani bellissime. E comprendo il povero Rodin che ha bruciato d’amore per lei. Non è una femmina facile da raccontare. Ci vuole follia e pragmatica lucidità. Incarna quell’universo femminile scomodo perché di talento eccelso. Si muove sul palcoscenico della vita come un animale ruvido e al contempo fragile. Non si comporta mai da vittima anche se è vittima della società maschilista in cui vive. Sapientemente dipinta dall’autrice Chiara Pasetti che con originalità la anima, Camille non poteva che essere impersonata da un altro animale, da palcoscenico questa volta, come Lisa Galantini, capace di renderne concrete e moderne le sfumature. Semplicità intesa come ricchezza, cura febbrile del particolare al servizio del tutto che diventa sublime è la lezione artistica ed umana che Camille ci regala.”
Secondo appuntamento:
Domenica 25 alle ore 11 presentazione dell’installazione artistica “Farfalle libere” di Annalisa Mitrano (realizzata a cura di Tiziana Pella) in piazza Vittorio Veneto e a seguire presso la galleria Oriana Fallaci in via Briante, con la partecipazione dell'Artista e della musicista fisarmonicista Giulia Bertasi.
Un ringraziamento particolare a Naturcoop, che ha sostenuto l’iniziativa attraverso l’aiuto concreto e gratuito nella messa in opera dell’installazione, dimostrando particolare attenzione e sensibilità nei confronti della problematica.
La scelta del luogo per l'installazione “Farfalle libere” vuole essere simbolica in quanto la sua collocazione, nel cuore della città, rispecchia la centralità del tema.
L'opera è formata da due interventi.
Introduce il progetto un "Autoritratto" dell'artista, ma simbolicamente di tutte le donne, collocato in grandi dimensioni sulla facciata del palazzo sovrastante la libreria Mondadori. Il suo sguardo si posa sulla seconda installazione che occuperà la panca in legno posta lungo la via del Sempione, in posizione equidistante tra la Basilica di Sant'Agnese ed il Palazzo Municipale e parte del lastricato antistante.
L'autrice così riflette: “Nella presentazione di una mia recente mostra “La leggerezza e il peso dell'invisibile”, Manuela Ciriacono cita una poesia di Alda Merini che si conclude come segue: “…. Ma da queste profonde ferite usciranno farfalle libere”. Ciò è in piena sintonia con la poetica che ha accompagnato i miei lavori negli ultimi anni e non solo, e che ritorna come filo conduttore anche nella progettazione dell'installazione dedicata alla Giornata internazionale sulla violenza contro le Donne a Somma Lombardo.”
Nello spazio Comunale Galleria Oriana Fallaci una serie di "Ritratti di Donna" fanno da corollario all'intervento artistico "Farfalle libere" nella piazza. Sono 10 disegni a pastello e due sculture a tuttotondo in ceramica. Partendo da " Il corpo ignoto", un disegno che si interroga sulla complessità della personalità, si susseguono altri disegni, nove appunto, che indagano su vari stati d'animo, conseguenti a disagi esistenziali. Infine Libri/Oggetto d'Artista, anch'essi in esposizione per l'occasione, ermetici, complessi, cifrati, illeggibili, sottolineano percorsi tortuosi di lettura di racconti di memorie stratificate coinvolgenti emotivamente e faticosi da portare alla luce.
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