LINEE DI PENSIERO DI PAOLA PELLAI: IN MOSTRA A SOMMA LOMBARDO


LINEE DI PENSIERO, L’architettura dell’esistenza di Paola Pellai
Sala Fallaci, SOMMA LOMBARDO 8‐16 luglio 2017
Inaugurazione sabato 8 luglio, ore 18
DAL LUNEDI AL VENERDI dalle 21 alle 24
SABATO E DOMENICA dalle ore 10 alle 12, dalle 17 alle 19 e dalle 21 alle 2

L’Assessore alla cultura Raffaella Norcini accoglie con piacere il ritorno in sala Fallaci di Paola Pellai e spiega:
“Dall’umanità dello scorso anno alle architetture, simbolo della vita che in qualche modo le permea.
Un’esposizione aperta fino a tarda ora, pensata per accogliere i visitatori nello spazio espositivo, che si fa scrigno prezioso protetto dal buio e dalla frescura notturni.

La giornalista, che in giugno ha ottenuto in riconoscimento il primo premio del CONCORSO LETTERARIO "TUTTISCRITTORI 2017" con il racconto: “E' tutto un magna magna”, non conosce sosta e ci invita ad entrare nel suo spazio di linee e pensiero.”

L'architettura della vita e lo spazio dell'esistere. Geometrie che s'intersecano e a volte si complicano. Saperci guardare “dentro” per costruire nel tempo il migliore dei progetti possibili. Mattone dopo mattone, disegnando un percorso dove spesso le fessure di libertà devono abbattere muri di cemento per riuscire a vincere l'ipocrisia, l'arroganza, il sopruso. Il pieno e il vuoto. I colori intensi e quelli spenti. Il seppia e il grigio. Una finestra orgogliosamente spalancata e una porta ostinatamente chiusa.
Un capitello che ci restituisce la memoria del passato e uno skyline che ci proietta in un futuro ardito. In tutto questo ci siamo noi, quello che vogliamo essere e dove vogliamo andare. Imparare ad osservare senza omologarci all'inquadratura comune. Una sfida impegnativa, il risultato non è mai scontato.

Il bello è nella semplicità della costruzione. Senza artifici e senza eccessi. Tutto ciò che ha un'anima pura regala un'emozione e non rimane una cattedrale nel deserto. L'immediatezza dei tratti, la naturalezza dei materiali, la forza incisiva dei colori. Guardarci intorno con la certezza che nulla è per caso. E forse nemmeno per sempre.

Intuire che ogni particolare dà forza all'insieme e che non esiste “insieme” se non si garantisce il corretto spazio ad ogni dettaglio. Osservare per poter scegliere: una finestra “scolpita” nel legno o un terrazzino in un alveare fitto fitto. Non esiste un'unica vita ma più vite possibili. Che si rincorrono, si aggrovigliano e poi trovano una via di fuga. Questo percorso fotografico unisce l'immagine “architettonica” a un pensiero che l'asseconda: entrambi sono linee che si spingono verso l'infinito. Perché – come ha ben spiegato Henri Cartier Bresson - “fotografare è mettere sulla stessa
linea di mira la testa, l'occhio e il cuore”.


Biografia
PAOLA PELLAI è un Leone ancora a caccia dell'ascendente. Da piccola giocava a fare la giornalista, crescendo ha continuato a giocare, si è laureata in Lettere Moderne ma giornalista lo è diventata sul serio. Quattro Olimpiadi da inviata, un sacco di altro sport, cultura, spettacoli, enogastronomia, inchieste e tanta politica fino alla qualifica di caporedattore, sempre in quotidiani nazionali: non si è fatta mancare nulla, a parte qualche scudetto del Milan e un abbraccio ad Oriana Fallaci.
Ironica, abbronzata e curiosa, se non è davanti al computer è in viaggio. In alternativa, è in viaggio con il computer.

Osserva e chiacchiera con la sua macchina fotografica digitale da poche decine di euro. La realtà è la sua fonte d'ispirazione che poi traduce in storie. Lo scorso mese due suoi racconto sono stato premiato ai concorsi nazionali “Tuttoscrittori” di Coarezza (Va) e “Themis” di Bronte (Ct). Ha pubblicato “Il tempo di uno sguardo”, con prefazione della regista Lina Wertmuller, libro che, nel 2016, ha ispirato una mostra fotografica ospitata in Sala Fallaci.

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