STRIA A SARONNO : STREGHE E INQUISIZIONE CON CLAUDIA DONADONI
LE STREGHE E
L’INQUISIZIONE DI SCENA A SARONNO
Ultimo
appuntamento della stagione di Prosa. Claudia Donadoni, accompagnata dalle
musiche originali eseguite dal vivo da Giovanni Bataloni, ci riporta
indietro nel tempo, sino ai primi del ‘500, quando la Santa Inquisizione e la
caccia alle streghe erano ben presenti nel territorio insubre.
Teatro Giuditta
Pasta (Saronno – VA)
Venerdì 7 aprile
| ore 21.00
Sabato 8 aprile
| ore 21.00
Domenica 9
aprile | ore 15.30
via I maggio snc - 21047 Saronno VA
Tel: +39 02.96.70.19.90 (int. 1)
www.teatrogiudittapasta.it
www.facebook.com/TeatroGiudittaPasta
Tel: +39 02.96.70.19.90 (int. 1)
www.teatrogiudittapasta.it
www.facebook.com/TeatroGiudittaPasta
Claudia Donadoni in:
STRIA
con Claudia Donadoni e Giovanni
Bataloni
drammaturgia di Claudia Donadoni
musiche originali eseguite dal vivo da Giovanni Bataloni
coordinamento messa in scena Sergio Stefini
costumi di Francesca Piotti
produzione Cooperativa Sociale Arnia/ TDA Teatro
drammaturgia di Claudia Donadoni
musiche originali eseguite dal vivo da Giovanni Bataloni
coordinamento messa in scena Sergio Stefini
costumi di Francesca Piotti
produzione Cooperativa Sociale Arnia/ TDA Teatro
Stria è il frutto di una ricerca storica documentata
sul territorio insubre, con particolare riferimento alla zona del Seprio fino al
confine con il Canton Ticino, da una parte e al confine con Milano dall'altra,
luoghi di numerosi processi della Santa Inquisizione e di episodi di caccia alle
streghe, sino dai primi del ‘500. Lo spettacolo utilizza la tecnica della
narrazione e ha la peculiarità di inserire la scrittura drammaturgica in una
“drammaturgia musicale” dove la musica, rigorosamente eseguita dal vivo, non è
solo contorno, commento, sfondo, ma assume una funzione narrativa. Monologhi,
dialoghi, canzoni in italiano o in “lingua matris” si alternano, attraverso
continui flashback, a riflessioni sul senso dell’esistenza, sull’esperienza
spirituale in un difficile contesto storico e religioso. Dallo spettacolo emerge
quel lebenswelt proprio del mondo contadino, un punto di vista vitale sul mondo,
lo spazio e il tempo. Un mondo di umili, di persone comuni intessuto di
marginalità di cui raccontare le complesse dinamiche storico, sociali,
antropologiche che nell’universo degli sfruttati trovano un punto di riferimento
anche contemporaneo.
Biglietti:
intero € 27
ridotto over70 € 24
ridotto gruppi organizzati € 22
ridotto under26 € 15
Biglietti:
intero € 27
ridotto over70 € 24
ridotto gruppi organizzati € 22
ridotto under26 € 15
Descrizione breve del progetto.
“Stria” è il frutto di una ricerca storica documentata sul territorio
Insubre, con particolare riferimento alla zona del Seprio fino al confine con
il Canton Ticino, da una parte e al confine con Milano dall'altra, luoghi di
numerosi processi della Santa Inquisizione e di episodi di caccia alle streghe,
sino dai primi del ‘500. Lo spettacolo utilizza la tecnica della narrazione e ha la
peculiarità di inserire la scrittura drammaturgica in una “drammaturgia musicale” dove la musica,
rigorosamente eseguita dal vivo, non è solo contorno, commento, sfondo, ma assume
una funzione narrativa. Monologhi, dialoghi, canzoni in italiano o in “lingua matris” si alternano, attraverso
continui flashback, a riflessioni sul senso dell’esistenza, sull’esperienza spirituale in un difficile contesto
storico e religioso. Dallo spettacolo emerge quel lebenswelt proprio del mondo
contadino, un punto di vista vitale sul mondo, lo spazio e il tempo. Un mondo
di umili, di persone comuni intessuto di marginalità di cui raccontare le
complesse dinamiche storico, sociali, antropologiche che nell’universo degli sfruttati
trovano un punto di riferimento anche contemporaneo. Lo spettacolo è pensato come atto unico
della durata di 90’circa.
Descrizione
dettagliata del progetto
La ricerca storica,
sviluppata in collaborazione con l’Università degli Studi dell’Insubria, Dipartimento di
Scienze Teoriche ed Applicate da cui prende spunto “Stria”, fa riferimento ad una precedente fase inquisitoriale
medioevale, che fa da ponte con quella tipicamente controriformista e consente di comprendere la natura, la
fisionomia e la struttura complessiva di un controllo sociale, politico e
religioso che ha contraddistinto nei secoli, la vita dei contadini, anche in
terra lombarda. Conoscere storie, eventi che furono e raccontarli aiuta ad
approfondire e comprendere meglio qualcosa di sé e del proprio presente. “Stria” vuole stimolare una
riflessione intorno al meccanismo di un’intolleranza eretta a sistema che sacrifica le
sue vittime come capri espiatori per l’intera società e si riproduce in ogni epoca. Lo spettacolo
propone un approfondimento antropologico e socioculturale che riguarda la
società nel momento in cui sviluppa una crisi dei ruoli,definita dall’antropologo Renè Girard “di indifferenziazione”,causa scatenante di
tutti i fenomeni persecutori. Crisi che si placa solo con l’immolazione della vittima
identificata sempre con soggetti deboli, donne, minoranze etniche o religiose,
persone caratterizzate da anomalie fisiche e mentali. In questo macro-tema, si
inserisce anche una profonda riflessione sul senso della giustizia.Questi
presupposti sono stati tradotti con la scrittura drammaturgica, con la
drammaturgia musicale create in simbiosi.
La drammaturgia alterna
monologhi, dialoghi, versi poetici con una ricerca filologica che dalla “ lingua matris” ha elaborato un idioma,
una commistione tra il
dialetto varesotto e l’italiano usato nella maggior parte delle scene dello spettacolo.
Questa forte scelta
linguistica volta a privilegiare il dialetto rispetto all'italiano, rappresenta
la cifra stilistica della drammaturgia per recuperare le radici, il bagaglio
culturale, il senso di appartenenza ad un luogo, l’anima di un popolo e
renderli comprensibili a coloro che non
provengono dalla medesima area geografica. Nessuna lingua antica, se non il
dialetto è in grado di avvicinare la modernità ad una storia drammatica
come quella delle donne contadine di quel periodo, senza alterarne il senso.
Nella concezione sonora
dello spettacolo, concepito come un melologo,l'elemento chiave è invece la voce
dell'autrice e protagonista, utilizzata sfruttando una vasta gamma di
possibilità acustiche ed espressive: voce cantante, narrante o vero e
proprio strumento musicale, anche filtrato o "orchestrato" elettronicamente
(loop etc) Le parti musicali acustiche dello spettacolo (per flauto,
fisarmonica, percussioni e pianoforte) scaturiscono dall'elaborazione di due
spunti tematici, uno tratto dal repertorio popolare e uno originale, utilizzati
come motivi conduttori o variati ed elaborati, accostati per contrasto o
trovando incroci e punti di contatto tra loro. Infine a questi spunti tematici
cantati e suonati si contrappone una trama di suoni elettronici
"editati" al computer.
Sinossi
Lo spettacolo racconta la
storia di Rusina, una giovane fanciulla contadina, intrisa di una sapienza
naturale antica, fatta di superstizioni legate alle terra, erbari di
sopravvivenza, feste arboree, allevata da una nonna che sa di medicina povera.
C’è un legno nella radura
dove le donne a volte si riuniscono a cantare e intessere storie. A questo legno
la fanciulla lega la presenza di un volto angelico che le parla e con cui lei
interloquisce. Ma quel legno, quei raduni femminili, quel sapere antico e povero
sono da tempo nel mirino della Santa Inquisizione. Nel frattempo un' amica d’infanzia di Rusina,
Cosima, viene violentata brutalmente da un uomo già altre volte uso a simili
violenze. Rusina riceve la confessione di Cosima rivivendo in sé l’orribile e indicibile
stupro. Ne è annichilita. Ma la nonna, insieme alle altre donne, preparano
una vendetta, che vede nell’innocenza di Rusina l‘esca per attirare il colpevole e colpirlo, non
avendo altro riscontro di giustizia. Rusina viene accusata di stregoneria e
immolata sul rogo. Resta la sua innocente adesione al mondo e la sua fede pura,
semplice, e straziante.
Curricula
Protagonisti (estratto)
Claudia
Donadoni
Claudia Donadoni è attrice, autrice,
cantante e giornalista pubblicista. Diplomata alla Civica Scuola D’arte Drammatica Paolo
Grassi di Milano, dove studia con i più salienti esponenti del teatro accademico e di
ricerca. Si specializza nel filone della narrazione in teatro con l’attore, regista,
drammaturgo Marco Baliani. Studia tecnica vocale con Michele Fischietti, Canto
jazz con Rik Sharff, Canto nel Musical con Stephanie Tschoppe, Perrin Manzen
Allen, canto lirico con Alberto Bernasconi. Si laurea in Scienze della
Comunicazione presso il Politecnico di studi Aziendali di Lugano( 110/110) con
una tesi semiotica che indaga le relazioni tra narrazione in teatro e
televisione. Opera per lungo tempo nel settore della didattica teatrale come
responsabile di laboratori rivolti a bambini, adolescenti, insegnanti dalle
scuole materne alle superiori. Tra le collaborazione più prestigiose in questo
settore, quella con il Museo Nazionale Della Scienza e Tecnologia Leonardo da
Vinci di Milano. Qui scrive, interpreta, rappresenta, forma e dirige animatori
scientifici e attori, in spettacoli teatrali che hanno come argomento la
scienza,in lingua italiana ed inglese vincendo il premio come migliore autrice
ed attrice di spettacoli nei musei (Memorie di una Musa/Tale of a Muse 2009).
In parallelo lavora come attrice e /o cantante con compagnie professioniste di
teatro per ragazzi e di prosa. I titoli più recenti protagonista in“Traviata opera teatrale” TDA per il bicentenario
di VERDI, Il male di Vivere” percorso teatrale dedicato
a Montale e Maria Luisa Spaziani, “Scopriamo la Costituzione” .Particolarmente
interessata al tema della condizione femminile, è autrice ed interprete in “Oggi come ieri” dedicato alla vita di
Billie Holiday “Figlie di Barbablu” spettacolo contro la
violenza sulle donne che ha riscosso un ottimo successo di pubblico e critica e
”Straordinariamente donna” viaggio lirico-ironico
nella tipologia femminile. Per il musical si segnalano “Profondo Rosso” direzione artistica di
Dario Argento, Regia di Marco Calindri. “Fame”, direzione artistica di D. De Silva,
drammaturgia di Marco Daverio
GIOVANNI
BATALONI
Giovanni Bataloni è un compositore e
direttore di coro italiano. Si è diplomato in Composizione e in Musica Corale e Direzione di
Coro e ha seguito i corsi di Musica Elettronica di Giovanni Cospito al
Conservatorio di Como. Ha studiato composizione con Ivan Fedele presso il
Conservatorio di Strasburgo dove ha incontrato diversi importanti compositori
tra i quali Luis De Pablo, Horatio Radulescu, Hans Ullrich Lehmann e ha seguito
corsi con Stefano Gervasoni e Giorgo Colombo Taccani. Ha partecipato a seminari
e masterclasses di Franco Donatoni e Luca Francesconi. Ha studiato Direzione di
Coro con Morten Schuldt-Jensen presso la Musikhochschule di Friburgo (DE). Ha
approfondito la tecnica vocale con Isabella Tosca e Lorenzo Pierobon. Le sue
composizioni, eseguite in numerosi concerti in Italia e all'estero da diversi
solisti e Ensembles e sono stati trasmesse da radio locali e nazionali e
pubblicati su spartiti e cd. Ha partecipato a numerose produzioni teatrali come
compositore ed esecutore, voce narrante ha composto e
diretto musiche di scena per la compagnia TDA di Varese e per l’Associazione
Musicamorfosi. Ha lavorato a spettacoli e concerti con fiabe musicali di/con
Roberto Piumini e ha composto musiche originali e arrangiamenti per Cori di
voci bianche. Ha partecipato ad eventi multimediali con musica elettroacustica.
La
compagnia teatrale
TDA TEATRO è una Compagnia teatrale
professionista, fondata e dall’attrice e regista Silvia Donadoni, che l'ha diretta fino al
dicembre 2014, anno della sua prematura scomparsa. La realtà è attiva e presente da oltre vent’anni sul territorio
nazionale.
Molti sono gli autori messi in scena in tanti anni, dei quali, in alcuni
casi, sono state curate le elaborazioni drammaturgiche e le traduzioni
originali, attraverso la sintesi delle scelte registiche, affinando la qualità interpretativa,
astenendosi da forzature e banali attualizzazioni. Da Plauto a Goldoni, da
Ibsen a Molière, da Cechov a Manzoni, da Feydeau a
Sofocle, la cui Antigone è stata rappresentata al Teatro Greco di Epidauro nel 2008, da
Machiavelli a Pirandello, il cui Berretto a sonagli, proposto al Convegno
Internazionale di Studi Pirandelliani di Agrigento nel dicembre 2011, è stato selezionato per la
modernità della messa in scena e la qualità della recitazione di tutti gli interpreti.
ARCOBALENO TEATRO ha maturato un’esperienza significativa nell’ambito degli spettacoli
messi in scena per il pubblico degli studenti della Scuola Secondaria di Primo
e Secondo Grado, consolidata, negli ultimi anni. Ultimo nel tempo, ma non in
ordine di importanza, l’interesse artistico rivolto a pagine e testi di intenso impegno
umano e spirituale, con esplicito riferimento alla parola religiosa. Questi gli
spettacoli“ Nel mezzo del Cammin di nostra vita” dalla Divina Commedia di
Dante, “La vita di Maria” di R.M. Rilke, “Interrogatorio a Maria” di Giovanni Testori, “Colloquio possibile” da Dietrich Bonhoeffer,
la sacra rappresentazione “Una via della Croce” di Marco Beck, la Lauda Drammatica di
Jacopone da Todi.
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