NUOVA MOSTRA AL MUSEO CASTIGLIONI DI VILLA TOEPLITZ : L' EGITTO DI TUTANKHAMON
NUOVA MOSTRA AL MUSEO CASTIGLIONI
DI VILLA TOEPLITZ
L’Egitto del Nuovo Regno
attraverso la scoperta della Tomba di Tutankhamon
In esposizione dal 29 ottobre al
12 febbraio 2017
L’ultima
mostra “Pashed, l’artista del faraone” allestita presso il Museo Castiglioni
aveva attirato oltre 7000 visitatori. I curatori del museo hanno deciso così di
rilanciare e proporre una nuova esposizione. Dal 29 ottobre si riparte con una
nuova mostra e questa volta l’obiettivo è quello di far conoscere l’Egitto del
Nuovo Regno attraverso il racconto della scoperta della tomba di Tutankhamon, la
fedele ricostruzione della sua camera funeraria a scala reale e mostrando la
vita del popolo egizio di quell’epoca. La mostra sarà visitabile fino al 12
febbraio 2017, con una possibile proroga fino ad aprile in caso di grande
presenza di pubblico. Il museo Castiglioni è all’interno della splendida Villa
Toeplitz di Varese e negli anni si sta conquistando il titolo di importante
museo egizio. A presentare la mostra questa mattina sono stati l’assessore alla
Cultura Roberto Cecchi, Marco Castiglioni, presidente dell'Associazione
"Conoscere Varese" e gestore del Museo Castiglioni, Angelo Castiglioni,
Etnologo, antropologo, archeologo e cineasta, nonché colui che ha donato al
Comune di Varese i reperti e gli oggetti recuperati nel corso di sessant'anni di
ricerche sul campo nel continente africano. Serena Massa, Archeologa
dell'Università Cattolica di Milano e Direttore scientifico del
Museo Castiglioni, Giovanna Salvioni, Docente di etnologia e antropologia
Culturale dell'Università Cattolica di Milano e responsabile scientifica della
sezione Etnoantropologica del Museo Castiglioni e Carlo Massironi, segretario
generale della Fondazione Comunitaria del Varesotto Onlus. La mostra è
patrocinata dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto e dal distretto 108 lb1
della Fondazione Lions.
Nelle sale interne del Museo
destinate alla mostra verranno affrontati due aspetti della civiltà dell’antico
Egitto: manufatti, arte plastica, strumenti di uso quotidiano e oggetti di
popolazioni africane che hanno mantenuto, fino a pochi decenni fa, abitudini di
vita, usanze e utensili rimasti inalterati nel corso dei millenni. Per
l’occasione è stato realizzato anche un filmato, dalla grande valenza didattica,
con il materiale storico girato dai fratelli Castiglioni negli anni ’60, ’70 e
’80 che raffronta le pitture parietali egizie con lo stile di vita delle
popolazioni africane. La riproduzione della camera funeraria di Tutankhamon e di
alcuni oggetti ritrovati nella tomba, il racconto del complesso rito funebre
dell’Egitto faraonico, lo studio di Howard Carter, l’archeologo scopritore della
tomba del “Faraone bambino” e le fotografie d’epoca della storica
scoperta.
La realizzazione della tomba a
grandezza naturale e delle sue splendide pitture è stata possibile grazie ad un
attento esame del materiale fotografico relativo alla struttura e alle
decorazioni della tomba fornite dai fotografi Giacomo Lovera e Sandro Vannini.
Gianni Moro, lo stesso autore della tomba di Pashed, ha quindi progettato e
realizzato una struttura portante in materiale ligneo, rivestita nelle pareti
interne da un intonaco innovativo sulla cui superficie è stato applicato il
ciclo pittorico.
Per la parte relativa al soffitto
della camera funeraria sono state prese in considerazione le fotografie scattate
da Howard Carter al momento della scoperta, le quali mettevano in evidenza le
irregolarità della superficie e i danni causati dal trascorrere del tempo e non
quelle eseguite dopo gli integrativi restauri di consolidamento. Questo perché
la ricostruzione doveva essere la fedelissima copia dell’originale così come è
stata scoperta dall’archeologo inglese nel 1922.
Per la realizzazione sono stati
necessari 3 anni di studi e progetti e uno per la costruzione. Il tutto è stato
possibile grazie al contributo scientifico dei Professori Alessandro
Roccati (Università di Torino e della Sapienza di Roma), Emanuele
Ciampini (Università Ca’ Foscari di Venezia), Paola Zanovello (Università degli
Studi di Padova). La mostra dedicata a Tutankhamon, in una versione incentrata
sull’influenza che l’arte egizia ha avuto su quella contemporanea, è stata
presentata per la prima volta presso il Museo Eno Bellis di Oderzo riscuotendo
un grande successo come si evince dalla rassegna stampa allegata.
Il 29 ottobre, giorno
dell’inaugurazione della mostra, verranno proiettati una serie di documentari
dei fratelli Castiglioni che hanno partecipato e sono stati premiati nei più
importanti festival del cinema etnologico e archeologico.
SCHEDA TECNICA DELLA MOSTRA
“L'EGITTO DI TUTANKHAMON”
Ancora una mostra su
Tutankhamon? Certo! Ma una mostra del tutto particolare che mette in evidenza la
storia di Tutankhamon ma anche la vita quotidiana delle genti dell’Egitto
faraonico. L’omaggio a un re dell’Antico Egitto ha radici lontane nel tempo. Il
primo a realizzarlo è stato un padovano trapiantato in Inghilterra, Giovanni
Battista Belzoni, che nel 1821 a seguito della sua scoperta della tomba di Sethi
I, avvenuta quattro anni prima, ne ricreò la camera sepolcrale a grandezza
naturale in un allestimento per l’epoca eccezionale che riscosse un’accoglienza
entusiastica a Londra e a Parigi. Sovente il termine “copia” è legato al
concetto di falso, di qualcosa che non potrebbe mai eguagliare l’originale.
Eppure questo concetto andrebbe riconsiderato: senza le copie infatti buona
parte dell’arte antica ci sarebbe totalmente sconosciuta, è sufficiente
ricordare che conosciamo le opere greche grazie alle copie realizzate in epoca
romana poiché la maggior parte delle antiche statue greche di bronzo sono andate
perdute o sono state fuse per riutilizzare il prezioso metallo. In epoca
rinascimentale anche importanti artisti, come Michelangelo e Vasari, si sono
formati e perfezionati realizzando delle copie. Da quel lontano 1821 la
tecnologia dei giorni nostri ha permesso di realizzare qualcosa di totalmente
innovativo che ha prodotto come risultato finale la camera funeraria del faraone
Tutankhamon.
Il giovane re, prima che avvenisse
la scoperta della sua tomba nel 1922, era uno dei sovrani meno conosciuti della
storia dell’Antico Egitto.
Attualmente il suo nome e la sua
maschera funeraria sono divenuti familiari a milioni di persone nel mondo,
contribuendo a rilanciare presso il grande pubblico la passione per l’antica
civiltà egizia. Ed è proprio “la passione” di un imprenditore artigiano, Gianni
Moro, la molla che ha permesso la realizzazione di questa mostra con il supporto
scientifico degli archeologi del Museo Egizio di Torino.
Nella sede del
Museo Castiglioni di Varese è stata realizzata a dimensione reale la camera
funeraria dell’ultima dimora del giovane sovrano. La ricostruzione perfetta fin
nei più piccoli dettagli ha visto la collaborazione di egittologi, artigiani,
architetti, fotografi, tecnici informatici e del colore. Ma l’omaggio a
Tutankhamon non si esaurisce nell’aver ricostruito la sua dimora per l’eternità.
In questa mostra vengono evidenziati gli usi, i costumi, i metodi di lavoro, gli
attrezzi, gli strumenti che, sopravvissuti alla storia, sono stati documentati e
raccolti dai fratelli Castiglioni nell’Africa nera degli anni ’60, ’70 e ’80 in
un filmato, dall’alto valore didattico, che mette a confronto il passato con il
presente.
LA TOMBA
Struttura: KV62 - Posizione: Valle
dei Re, zona est, riva est di Tebe - Proprietario: Tutankhamon.
La tomba KV62, situata nel wadi
principale, è con tutta probabilità la tomba faraonica più famosa al mondo
grazie ai tesori che ha conservato intatti per oltre tremila anni. L’entrata è
costituita da un’apertura nel terreno situata sotto la parte iniziale della
rampa d’entrata della tomba KV9, appartenente a Ramesse VI. Già in epoca
precedente alla costruzione della KV9 i detriti avevano ricoperto l’entrata
della KV62, contribuendo al suo oblio, tant’è che al di sopra vennero costruiti
degli alloggiamenti per operai in epoca ramesside.
Un corridoio discendente porta ad
una camera rettangolare con una camera laterale. La camera sepolcrale si apre
sul lato destro (nord) della prima camera, con un piano di calpestio inferiore
di un metro. Sul lato destro (est) della camera del sepolcro si apre
un’ulteriore camera. Le uniche pareti decorate all’interno della tomba sono
quelle della camera sepolcrale e riportano scene di rituale dell’apertura della
bocca, Imydwat, Libro dei Morti e rappresentazioni del sovrano con varie
divinità.
Alcuni studiosi hanno teorizzato
che alla morte improvvisa del giovane Tutankhamon, la tomba che gli era stata
originariamente destinata nella parte ovest della valle (la KV23 o la KV25) non
fosse ancora pronta e pertanto fu presa la decisione di seppellirlo nella valle
principale in una tomba destinata ad Ay (effettivamente la KV62 non ha
l’impianto di una tomba originariamente progettata per un sovrano); secondo
questa teoria pertanto Ay, che succedette al trono dopo Tutankhamon, fu poi
inumato nella KV23 nella valle ovest.
Misure:
Altezza max.: 3,68 m - Larghezza:
min. 0,66 m - max.: 7,86 m - Lunghezza tot.: 30,79 m - Superficie tot.: 109,83
m² - Volume tot.: 277,01 m³
All’interno della tomba del
sovrano sono stati rinvenuti più di cinquemila oggetti, molti dei quali in oro
tra cui: accessori, abbigliamento, cosmetici, mobilio, componenti di giochi,
oggetti per l’illuminazione, simulacri, scarabei, sigilli, sculture, oggetti
funerari, mezzi di trasporto, resti vegetali, vasi, equipaggiamento militare e
da caccia. La copia di alcuni di questi oggetti sono esposti nella mostra
realizzata presso il Museo Castiglioni.
Fino al momento in cui la tomba fu
scoperta nel 1922, il suo interno non era mai stato invaso da acqua o detriti.
Una grossa crepa attraversa la struttura, ma non ha creato danni seri alle
stanze.
Carter e la sua squadra entrarono
attraverso il muro che divideva la prima stanza da quella del sarcofago per
rimuovere i sacrari ed altri oggetti ingombranti, distruggendo parzialmente le
scene sulla parete sud. La fuliggine sul soffitto della camera sepolcrale
rievoca il fatto che gli antichi artisti la decorarono alla luce di torce e
lampade ad olio. Una macchia rossastra e punti neri di muffa si sono diffusi
sulle pareti decorate a causa dell’umidità.
Lo stato di conservazione delle
pitture della KV62, così come di tante altre tombe della Valle dei Re e delle
Regine, desta serie preoccupazioni per il futuro di tale inestimabile patrimonio
archeologico; onde evitare che vada perduta per sempre, anche la tomba di
Tutankhamon seguirà giustamente il destino di altre famosissime sepolture
regali, ormai chiuse al pubblico da anni per limitare al massimo i
danneggiamenti causati da numerosi fattori ambientali che diventano
difficilmente controllabili in caso di afflusso turistico.
È qui che entra in gioco la
risorsa dell’arte della riproduzione, che permette ai visitatori di vivere
un’esperienza quanto mai vicina all’originale in caso quest’ultimo non sia più
visitabile.
Tale genere di riproduzione si
propone di contribuire ad una maggiore sensibilizzazione verso il tema del
rispetto del patrimonio archeologico ed artistico, promuovendo un turismo
culturale responsabile e consapevole, che si discosta dalla prassi consumistica
delle folle oceaniche che invadono incontrollate siti e monumenti ad alto
rischio di degrado; tale genere di proposta si fa inoltre portatrice di un’idea
di democratizzazione della cultura, allargando il bacino di fruibilità del
patrimonio archeologico e storico-artistico anche a coloro che, ad esempio, non
hanno la possibilità di recarsi in Egitto.
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